Il Governo deve trovare i soldi per coprire la cancellazione dell’Imu e scongiurare l’aumento dell’Iva dal primo ottobre. Ma i dati economici non sono positivi. Lo riferiscono fonti governative, spiegando che questo è stato ieri uno dei temi al centro del colloquio tra il ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni e il vicepresidente e responsabile agli Affari economici della Commissione europea, Olli Rehn.

 

Durante l’audizione alla Camera, Rehn ha ricordato che le raccomandazioni inviate da Bruxelles in occasione della chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia indicavano chiaramente di spostare il carico fiscale dalla produzione ai patrimoni e ai consumi.

 

Per rinviare l’aumento di tre mesi dell’Iva da ottobre a gennaio 2014, servirebbe un miliardo. La coperta è corta, spiegano le stesse fonti, ed il governo è costretto a fissare le priorità per rispettare gli impegni assunti con l’Europa, a partire dal rapporto deficit/Pil al 3%.

 

L’esecutivo si è impegnato infatti a trovare le coperture per cancellare il saldo di dicembre dell’Imu sulle prime case ed i terreni agricoli, operazione che costerà circa 2,4 miliardi, e ci sono poi alcune voci di spesa da rifinanziare come la cassa integrazione (500 milioni-1 miliardo) e le missioni all’estero (400 milioni). Dunque risorse per evitare il balzo dell’aliquota sui consumi non ce ne sarebbero.

 

Nel corso del colloquio, Fabrizio Saccomanni e il commissario Ue hanno discusso a lungo le preoccupazioni che in Europa ha suscitato la soppressione dell’Imu sulla prima casa e delle eventuali misure che il governo dovrà presentare per compensare il mancato gettito.