Dopo il varo di sabato del provvedimento “del fare” per dare una scossa all’economia il governo è ora alle prese con un importante questione, quella sull’aumento dell’Iva che, in assenza di interventi rischia di scattare dal primo di luglio. Dopo la consueta bagarre politica, la palla resta dove è sempre stata. Ovvero nel campo del ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni.
Tra auspici, timori, allarmi lanciati dai commercianti e dagli imprenditori, oltre che dagli istituti di ricerca sul crollo dei consumi, Saccomanni lascia che gli animi si sfoghino, che le polemiche si accendano, che si arrivi a ridosso della scadenza prevista. L’impressione più diffusa è che alla fine il ministro deciderà per rinviare di tre mesi l’aumento al fine di ponderare meglio le scelte.
Il Ministro spiega che è necessario del tempo per adottare misure fiscali ragionate e ragionevoli dando quasi l’impressione che l’aumento di imposta possa essere fatto slittare ad ottobre quando, nell’ambito della legge di stabilità, si possono trovare più facilmente le risorse necessarie ad evitare l’aumento.
Ieri però mentre la politica italiana appariva sempre più sull’orlo di una crisi di nervi in merito al dibattito se scongiurare o meno l’aumento Iva, è stato definito inaccettabile che il governo non riesca a reperire 8 miliardi di euro, corrispondenti all’1% dei costi.