La Francia è in rivolta a causa delle nuove misure contenute nel pacchetto di imposte messo a punto dall’esecutivo con l’intento di raccogliere nuovi fondi da destinare all’occupazione e all’ambiente. Le ire dei dimostranti sono state in particolar modo scatenate dall’ecotassa introdotta a partire dal primo gennaio prossimo su tutti i mezzi di trasporto di stazza superiore alle 3,5 tonnellate circolanti sui 15 mila km di rete stradale nazionale non concessa.
Si tratta, questa, di una tassa chilometrica con importi che variano dagli 8 ai 15 centesimi di euro a chilometro, destinata a finanziare lo sviluppo di infrastrutture, promuovendo l’ambiente e lo sviluppo sostenibile.
L’esecutivo d’oltralpe spiega che lo scopo è dell’ecotassa consiste nell’istituire una tassa equa riguardante tutti i camion indipendentemente dalla loro nazionalità e in particolare, a causa dell’impatto della tassa sui trasportatori, di incoraggiare e promuovere modalità di trasporto alternative come il trasporto fluviale e marittimo e il trasporto ferroviario.
Le motivazioni sembrano più che nobili ma non hanno incontrato il favore dei contadini bretoni secondo cui l’ecotassa non farà che aumentare il costo dei prodotti determinando una contrazione dei consumi.