La riforma federale, specialmente per quanto riguarda i decreti sul “federalismo municipale” e sul “federalismo regionale e provinciale”, è stata costruita in modo tale da non comportare alcun aggravio per i conti pubblici. A livello complessivo, le minori entrate derivanti dalla soppressione dei trasferimenti a Regioni ed enti locali saranno perfettamente compensate dai maggiori introiti dei tributi devoluti. Allo stesso modo, così come dispone la legge-delega del 2009, nel passaggio dall’attuale sistema a quello delineato dalla riforma federale, la pressione fiscale complessiva dovrà rimanere invariata (ovvero, più tasse locali uguale meno tasse centrali).

 

Tuttavia, il federalismo non si limita a fredde operazioni di contabilità. Il federalismo è anche un’operazione culturale, un modo alternativo di concepire il rapporto tra istituzioni e cittadini puntando fortemente sui concetti di autonomia, responsabilità e solidarietà. Autonomia e responsabilità sono strettamente legate tra loro: l’introduzione dei costi standard rivoluzionerà completamente il modo di amministrare le risorse (ogni costo aggiuntivo verrà pagato solo ed esclusivamente con risorse locali).

 

Una vera applicazione della responsabilità necessita inevitabilmente di una vera autonomia. Ed è per questo che il Legislatore, all’interno dei decreti legislativi, ha concesso dei margini di manovra (in alto o in basso) su alcune tasse locali come le addizionali comunali e regionali IRPEF e l’imposta RC auto provinciale. Come può un amministratore essere davvero responsabile della gestione della cosa pubblica se non può agire (in alto o in basso) sulle leve fiscali? Rimarrebbe un mero esecutore delle volontà centrali e nulla più.

 

La riforma federale non ha “inventato” l’autonomia nella tassazione locale. Sono ormai due decenni che le Amministrazioni territoriali detengono significativi margini di manovra sulle tasse locali. Non si può pertanto imputare alla riforma federale la responsabilità dei recenti aumenti di tassazione locale (addizionale comunale IRPEF e RC auto): la riforma ha solo dato agli amministratori i primi strumenti per operare delle “scelte”. È normale che gli amministratori abbiano utilizzato tale possibilità, ma l’hanno fatto per intervenire sulle specifiche situazioni economico-finanziarie locali che nulla hanno a che fare col federalismo. La riforma federale potrà essere messa sul banco degli imputati solo se non produrrà una migliore gestione della cosa pubblica o se continuerà ad essere premiato chi spreca e non chi è virtuoso: per sapere questo ci vorrà ancora qualche anno, quando il complesso meccanismo dei costi standard andrà a regime.