La compagine governativa non è al massimo della sua coesione e una crisi appare imminente. Tuttavia, nonostante le difficoltà politiche in casa propria e la necessità di ipotizzare un eventuale rimpasto, il presidente del Consiglio Enrico Letta non ha voluto rinunciare alla sua visita programmata in Messico.
Il premier stesso ha, infatti, sottolineato come il Paese stia diventando un attore fondamentale, a livello internazionale, nel campo dell’energia e di molti altri settori, ovvero un’opportunità eccezionale per le imprese italiane. Letta, quindi, ha fatto presente che il nostro Paese, quando tali opportunità si concretizzeranno, intende esserci fin da subito. Per questo, in viaggio assieme al premier, c’erano i vertici dei nostri campioni nazionali: Scaroni (Eni), Conti (Enel) e Pansa (Finmeccanica).
I vantaggi economici per chi riuscirà a instaurare una partnership con il Messico sono legati, anzitutto, alle potenzialità insite, secondo gli osservatori internazionali, nel vasto programma di riforme realizzato dal presidente Enrique Pena Nieto, in carica dal 2012, in materia di fisco, istruzione, pubblica amministrazione e telecomunicazioni.
Benché sul fronte della sicurezza il Paese abbia ancora dei problemi giganteschi, ciò che conta maggiormente, per gli operatori economici, è il provvedimento con il quale è stato rimosso il monopolio statale sul petrolio del Golfo del Messico. Una liberalizzazione storica che potrebbe consentire agli stranieri di sfruttare i giacimenti off shore che l’apparato statale non era in grado di gestire e che potrebbero rappresentare, almeno secondo alcuni analisti, una delle riserve di idrocarburi inesplorata più grande del pianeta.
In ogni caso, la presenza delle aziende italiane in Messico è già piuttosto consistente: oltre a colossi come Fiat, Ferrero, Pirelli, Egp o Technit, operano sul territorio messicano oltre 300 Pmi made in Italy. Secondo le previsioni, inoltre, nei prossimi tempi il nostro livello di esportazioni verso il Paese dovrebbe aumentare del 6,8% annuo, per una media di circa 4,6 miliardi ogni anno.