RIMANIAMO PERIFERIA DELL’IMPERO

 

La decisione approvata nei giorni scorsi dalla Conferenza Stato-Regioni ha suscitato un profondo malumore tra molti amministratori veneti. Con questa misura viene “ammorbidito” il Patto di stabilità interno delle Amministrazioni regionali consentendo il pagamento di una parte dei debiti che queste ultime hanno nei confronti delle imprese.

 

La nostra Regione, a differenza di altre, potrà godere di un allentamento dei “cordoni della borsa” di soli 90 milioni di euro. Regioni come Piemonte, Campania e Lazio avranno a disposizione una disponibilità finanziaria nemmeno minimamente paragonabile alla nostra. Premesso che la dimensione così modesta di tali “aiuti” è probabilmente legata alla “virtuosità” del Veneto e che, a differenza delle realtà sopra richiamate, la nostra Regione ha livelli di indebitamento nei confronti delle imprese molto contenuti, è tuttavia indiscutibile che i palazzi romani della politica continuino a non prestare una particolare attenzione nei nostri confronti.

 

A supporto di questa tesi giungono i dati che annualmente il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato diffonde nel rapporto “La spesa statale regionalizzata”. Nell’ultima edizione, presentata nel gennaio di quest’anno, emerge come il Veneto, nonostante sia una delle realtà territoriali più “generose” dal punto di vista fiscale, si collochi all’ultimo posto a livello nazionale per quanto riguarda la spesa effettuata dallo Stato centrale (3.185 euro per abitante). Analogamente, la nostra Regione occupa il penultimo posto se prendiamo come riferimento l’incidenza sul Pil: in questo ultimo caso, solo l’Emilia Romagna sta peggio di noi. Depurando la spesa statale dagli interessi sul debito pubblico, la situazione migliora un po’: per quanto concerne la spesa per abitante ci collochiamo al penultimo posto a livello nazionale (con 2.995 euro per abitante), mentre in rapporto al Pil saliamo al terz’ultimo posto. Peggio di noi stanno solamente la Lombardia e l’Emilia Romagna. Ricordo che queste comparazioni si riferiscono al 2011, ma da almeno 15 anni la situazione rimane pressoché la stessa.

 

Il Veneto è una delle Regioni che, purtroppo, riceve meno risorse dallo Stato, ma, come dimostrano i dati sui residui fiscali, è una delle Regioni generose. Indubbiamente chi ha di più deve aiutare chi ha meno, ma quando le cose cambiano, a seguito di una crisi economica come quella che viviamo da almeno 5 anni, bisognerebbe rivedere le modalità di redistribuzione delle risorse. In molti avevamo creduto che la riforma federalista avrebbe dato un serio contributo alla causa: il passaggio dalla spesa storica, che ancora adesso continua a premiare i più “spendaccioni”, al cosiddetto meccanismo legato ai costi standard, che avrebbe privilegiato i più virtuosi, è stato abbandonato dal Governo Monti.

 

Staremo a vedere come si comporterà su questo fronte il nuovo Governo. Sono perfettamente cosciente che in questo momento le priorità siano altre; tuttavia, nell’ottica del contenimento degli sprechi, del miglioramento della qualità della spesa pubblica e con una conseguente riduzione delle imposte, il federalismo rappresenta uno strumento che nel medio-lungo termine può contribuire a rendere più efficiente questo Paese e a far sentire i veneti un po’ meno alla periferia dell’impero.