L’Imu: una vera e propria stangata per le imprese

di Giuseppe Bortolussi

Tra qualche giorno, a meno che non si realizzi uno slittamento dell’ultim’ora, le famiglie e le imprese italiane saranno chiamate a pagare la prima rata dell’Imu. Le simulazioni fatte in questi mesi ci dicono che gli effetti economici della nuova imposta sulla prima casa non saranno mediamente più pesanti di quando si applicava l’Ici. Anzi, per le famiglie numerose l’Imu sarà addirittura più vantaggiosa. Altra cosa è quando si quantificano gli effetti applicativi della nuova imposta sulle seconde abitazioni: in questo caso, infatti, i proprietari subiranno degli aggravi economici molto consistenti. Tuttavia, la notizia che più ci preoccupa è giunta qualche settimana fa, a seguito della pubblicazione di una nota esplicativa presentata dal Dipartimento delle Finanze. In questo documento, i tecnici del Ministero hanno sottolineato che i Comuni potranno abbassare l’aliquota dell’Imu sulle attività economiche fino al 4‰ (notizia comunque già a tutti nota), ma anche aumentarla sino al 10,6‰, confermando in modo definitivo questa possibilità. Se molti Primi Cittadini decideranno di alzare l’aliquota sino al valore massimo, gli effetti sulle tasche dei commercianti, dei liberi professionisti, degli artigiani, delle imprese industriali e degli albergatori saranno pesantissimi. Rispetto all’eventuale applicazione dell’aliquota ordinaria (7,6‰), tutte queste attività verranno a pagare il 39,5% in più: una vera e propria stangata. Alla luce del fatto che la legge istitutiva dell’Imu prevede che solo con l’aumento delle aliquote ordinarie gli Enti locali possono avere un vantaggio economico, è molto probabile che molti Comuni, viste le difficoltà in cui versano, aumentino l’aliquota su capannoni e negozi, con conseguenze negative facilmente prevedibili. Conosco la serietà e il senso di responsabilità dei Sindaci veneti, ma il pericolo c’è. Le difficoltà economiche in cui versa la stragrande maggioranza dei Comuni potrebbero indurre molti di questi a rivedere l’Imu, tuttavia è bene che prima di deliberare eventuali aumenti di aliquota, le Amministrazioni locali dimensionino l’impatto economico che queste scelte potrebbero avere sulle attività commerciali e produttive. Purtroppo, non solo i primi cittadini, ma anche le imprese, soprattutto quelle di piccole dimensioni, sono a corto di risorse. Tra il perdurare della crisi, i ritardi nei pagamenti, il calo dei consumi e la mancanza di liquidità, la situazione complessiva è molto sconfortante. Con un ulteriore aumento dei costi, molte attività potrebbero essere spinte fuori mercato. Infine, c’è un’altra considerazione da fare: l’Imu non sarà solo un problema che riguarderà i proprietari, ma anche gli inquilini. Infatti, è probabile che, allo scadere del contratto di locazione, per compensare questi maggiori costi imposti dall’Imu, molti proprietari chiedano un aumento del canone di affitto. Un pericolo che rischia di mettere sul lastrico soprattutto i piccoli commercianti che, nel 60% dei casi, svolgono la propria attività in affitto.