La partecipazione dei Comuni alla lotta all’evasione procede molto lentamente. Sono meno di 600 i municipi che hanno partecipato nell’individuazione di cittadini evasori, con dichiarazioni basse e alto tenore di vita.

Stiamo parlando di meno del 7% del totale nazionale e circa la metà (258 a fine 2011) è rappresentata da Comuni dello stesso territorio: l’Emilia Romagna. Non a caso è la regione più velocerispetto a tutte le altre per le segnalazioni inviate all’Agenzia delle Entrate. I Comuni emiliani avevano inviato a fine dello scorso ottobre poco meno di 13mila informazioni su evasori o presunti tali scovati sul proprio territorio.

 

Tra poco scatta il triennio in cui i Comuni potranno ambire al premio più alto per le somme che contribuiranno ad accertare. Se la segnalazione del presunto evasore all’Ae andrà a segno, tutto il tesoretto arriverà nelle casse municipali, così come aveva previsto la manovra di Ferragosto. Ora il decreto salva-Italia ha anche eliminato l’obbligo di istituire i consigli tributari, rendendo la procedura un po’ meno farraginosa.

Restano i problemi di sempre: l’esigenza di impiegare personale per un introito incerto e comunque proiettato avanti nel tempo; la difficoltà di gestire un rapporto terzo verso i cittadini soprattutto nei piccoli centri dove una segnalazione può essere utilizzata come arma “impropria” o può più facilmente incrinare il rapporto con l’elettorato.
E le difficoltà – come emerge dall’indagine svolta dal Sole 24 Ore direttamente presso i comuni – non mancano neanche in centri che ormai sono “veterani” nella collaborazione con Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza. Dopo l’accordo siglato nel 2008 il Comune di Torino ha segnalato oltre mille casi (riferiti a 350 soggetti), alcuni dei quali riguardano evasori totali.

 

Fonte: Ilsole24ore.it