Gli ultimi dati di Crif (Centrale rischi intermediazione finanziaria) sui mutui immobiliari italiani inducono un cauto ottimismo. Per sei mesi di fila, infatti, la loro richiesta è cresciuta, mentre nell’ultimo mese dell’anno si è registrato addirittura un incremento del 6,5% della domanda. Certo, siamo ben lungi dal tornare ai regimi di un’economia sana, e la sfiducia nel futuro è ancora alta.
Rispetto al 2012, infatti, il trend è ancora negativo, con un calo del 3,6% di richieste di prestiti immobiliari, mentre dall’inizio della crisi nel 2008 è stato perfino del 51,3%; inoltre, i dati sull’inflazione, mai così bassa dal 2009, suggeriscono il timore delle famiglie di riprendere a consumare, nella prospettiva di veder ulteriormente eroso il proprio reddito; esse hanno posticipato l’ipotesi di comprare casa, in attesa di capire come evolveranno, in particolare, i dati occupazionali.
Nel dettaglio, l’importo medio dei mutui richiesti nel 2013 è stato pari a 127.329 euro contro i 131.445 dell’anno precedente. Ciò significa che le famiglie, data la congiuntura sfavorevole, anche nel comprare casa preferiscono privilegiare quelle soluzioni che incidano il meno possibile sui propri bilanci, ma appena possono non rinunciano a farlo. La quota di aumento della domanda, poi, è relativo alla fascia di euro inferiore ai 75.000. Sotto tale soglia, hanno chiesto un mutuo il 2% in più degli italiani rispetto al 2012, pari al 27% dei prestiti erogati. Resta in ogni caso la fascia compresa tra i 100 e i 150.000 euro quella più richiesta (28,8%), mentre la durata maggiormente gettonata è quella compresa tra i 25 e i 30 anni (28,3%) sebbene in calo, rispetto al 2012, di circa il 2%.