Il Governo ha deciso che l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% è sospeso per tre mesi e il premier Letta deve correre a Bruxelles a chiarire in sede Ue dove troverà i soldi per finanziare il mancato incremento della tassa. Il presidente del Consiglio si trova quindi stretto tra l’esigenza di garantire la solidità dei conti e quella di non parlare di aggravi fiscali.

 

Non ci saranno aumenti di tasse. Di questo ne è sicuro il premier Letta, il quale sostiene che, in tema di coperture, il Parlamento può trovare altre soluzioni purché stiano dentro il bilancio e dentro il 3%. In questi termini, secondo il premier, c’è la massima disponibilità.

 

Ma con l’Iva non è finita qui: non basta un rinvio di tre mesi perché il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato arriva ad ipotizzare un rimando più lungo. Si punta ad una proroga da parte del Parlamento fino a fine anno e ad avere una ripresa produttiva che metta in moto l’economia e che la alimenti, bloccando definitivamente l’aumento dell’Iva.

 

Zanonato aggiunge che l’uscita dalla procedura di infrazione ci darà un po’ di respiro perché potremo chiedere di uscire dal patto di stabilità per gli investimenti, vale a dire che non siamo più costretti a costo zero ma a saldo zero, si possono cioè fare spese che successivamente produrranno ricchezza.

 

Manca ancora la copertura però. Si parla di nuove tasse sulle sigarette elettroniche, aumento degli acconti fiscali (non nuove tasse ma l’anticipo di quanto si dovrà comunque pagare) per contribuenti ed imprese. Per scoprire dove lo Stato colpirà, si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.