Al netto di tutte le misure promesse in questa campagna elettorale, il nuovo Governo di centro-destra dovrà comunque trovare entro il prossimo 31 dicembre almeno 40 miliardi di euro; di cui 5 miliardi per estendere anche al mese di dicembre gli effetti contro il caro energia introdotti la settimana scorsa con il decreto Aiuti ter e altri 35 miliardi per consentire, attraverso la prossima legge di bilancio, che alcuni provvedimenti introdotti  dal Governo Draghi non decadano con l’avvio del nuovo anno.

In altre parole, sottolinea l’Ufficio studi della CGIA, il nuovo esecutivo che “uscirà” dalle urne ha già una ipoteca da 40 miliardi di euro e sarà quasi impossibile mantenere, almeno nei primi 100 giorni, le promesse elettorali annunciate in questi ultimi due mesi; come, ad esempio,  l’estensione della flat tax a famiglie e imprese,  quota 41 e pensioni minime a mille euro, il taglio del cuneo fiscale, etc., etc.

  • Il nuovo governo e il Veneto

Oltre all’autonomia, il nuovo esecutivo, ovviamente con il supporto della Regione e degli enti locali veneti, dovrà riprendere in mano o ridare un forte impulso alla realizzazione di alcune delle grandi opere “incompiute” che il nostro territorio attende da almeno 40 anni. Se i lavori di ultimazione del Mose e della Pedemontana veneta sono in dirittura d’arrivo, in materia di alta velocità/alta capacità ferroviaria la tratta Verona-Padova è in fase di realizzazione. L’attivazione per fasi è prevista a partire dalla fine del 2025. L’apertura dei cantieri della Bologna-Padova, invece, dovrebbe avvenire quanto prima. Diverse, infine, sono le infrastrutture rimaste ancora a livello progettuale o poco più. Tra le più importanti ricordiamo l’idrovia Padova-Venezia, che comunque è stata inserita tra gli interventi da finanziare con il Pnrr, il prolungamento verso Trento della A31 Valdastico, il completamento della A27 verso Monaco e la realizzazione del Sistema Ferroviario Metropolitano Veneto (SFMR).

  • E’ in arrivo la stagflazione

Il pericolo che anche l’economia del Veneto stia scivolando lentamente verso la stagflazione è molto elevato. Questo fenomeno, ai più sconosciuto, si manifesta raramente, ovvero quando ad una crescita economica tendente allo zero, o addirittura negativa, si affianca un’inflazione molto alta che fa aumentare in misura molto preoccupante il tasso di disoccupazione.

Uno scenario che potrebbe verificarsi l’anno prossimo anche nella nostra regione, così come già è successo nella seconda metà degli anni ’70 del secolo scorso.  Gli effetti della guerra in Ucraina, l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici rischiano, nel medio periodo,  di spingere l’economia verso una crescita pari a zero, con una inflazione che si avvierebbe a toccare le due cifre.

  • La legge di bilancio 2023

Entro domani il governo uscente deve presentare la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef), mentre spetterà al nuovo esecutivo redigere entro il 15 ottobre il Documento programmatico di bilancio (Dpb) ed entro il 20 ottobre il disegno di legge di bilancio. Scadenze, queste ultime due, che quasi certamente non potranno essere rispettate, visto che la prima seduta delle nuove Camere è stata fissata il 13 ottobre. Anche approvare in tempo la finanziaria 2023 non sarà facile: per legge va votata entro  il 31 dicembre, altrimenti si rischia l’esercizio provvisorio. Pertanto, i tempi a disposizione sono strettissimi e non sarà facile trovare le tutte le risorse per confermare anche per l’anno venturo molti provvedimenti introdotti dal governo Draghi. Esse sono:

  • quasi 15 miliardi di euro per rinnovare nei primo trimestre le misure contro il caro energia previste dal decreto Aiuti ter;
  • almeno 8,5 miliardi di euro per indicizzare le pensioni;
  • almeno 5 miliardi per il rinnovo del contratto del pubblico impiego;
  • 4,5 miliardi di euro per lo sconto contributivo del 2 per cento a carico dei lavoratori dipendenti con reddito fino a 35 mila euro;
  • 2 miliardi di euro di spese indifferibili.

Mestre 26 settembre 2022