Ad un anno dala sperimentazione del nuovo redditometro non vi è ancora nessuna certezza sull’affidabilità e la precisione dello strumento che dovrebbe essere in grado di combattere l’evasione. forti i dubbi, infatti, sull’attendibilità delle stime del nuovo redditometro (55 cluster per oltre 40 milioni di potenziali soggetti).
Facciamo il punto della situazione su quanto finora elaborato dall’Agenzia delle Entrate:
ad oggi sappaimo che Il software sul quale si baserà il nuovo redditometro è costruito basandosi su una serie di elementi indicativi di capacità contributiva. Si tratta di una serie di informazioni che ordinariamente affluiscono nel Sistema informativo dell’Anagrafe Tributaria, o che sono acquisiti tramite scambi di informazioni con altre Agenzie Fiscali, Enti e Autorità pubbliche (INPS, INAIL, Comuni).
Le voci considerate sono oltre 100 e rappresentano aspetti della vita quotidiana indicativi di capacità di spesa che contribuiscono congiuntamente alla stima del reddito.
Queste 100 voci possono essere aggregate in 7 categorie:
1) abitazione (abitazioni, mutui, ristrutturazioni, collaboratori domestici, elettrodomestici, arredi, energia elettrica);
2) mezzi di trasporto (auto, moto, barche);
3) assicurazioni e contributi (RC; incendio e furto, vita, danni, contributi volontari);
4) istruzione (asili nido, scuola, corsi universitari, master);
5) attività sportive e ricreative e cura della persona (alberghi, centri benessere, abbonamenti TV, cavalli);
6) altre spese significative (oggetti arte, gioielli, donazioni);
7) investimenti immobiliari e mobiliari netti
Tutti questi indicatori servono per stimare il reddito del contribuente.
Per eseguire questa stima si utilizzeranno delle metodologie statistiche con riferimento a gruppi omogenei di famiglie differenziate per aree geografiche.
In presenza di scostamento tra il reddito dichiarato e quello stimato con lo strumento il contribuente verrà selezionato per un eventuale accertamento sintetico. Per effettuare l’accertamento si utilizzerà lo spesometro che ricostruisce il reddito del contribuente sulla base delle spese effettive. L’amministrazione utilizzerà tutte le informazioni in suo possesso e potrà anche richiedere al contribuente di fornirgli ulteriori informazioni per completare il quadro.
Se la differenza tra il reddito accertato e quello dichiarato è superiore al 20%, si potrà procedere con il predetto accertamento, tuttavia l’Amministrazione è obbligata a convocare il contribuente per dare il via ad un “accertamento con adesione” cioè per discutere con lui e sentire le sue ragioni. Ad esempio il contribuente potrà dire che ha altre fonti di reddito che non doveva dichiarare (interessi, pensioni di invalidità, prestiti, risparmi). Questa fase può chiudersi a favore del contribuente oppure l’Amministrazione può procedere con l’emissione dell’atto di accertamento e continuare nella pretesa tributaria.
Il nuovo redditometro riguarda gli accertamenti a partire dal periodo di imposta 2009.