Dopo aver convertito il decreto relativo ai pagamenti della Pubblica Amministrazione, parte la fase 2 del percorso per il pagamento dei debiti pregressi delle amministrazioni centrali dello stato. Le PA dovranno indicare la data certa entro cui saranno saldate le loro obbligazioni in sospeso con le risorse ricevute grazie al provvedimento.
In particolare, entro il 15 giugno, i ministeri dovranno predisporre un apposito piano di rientro finalizzato al conseguimento, attraverso misure di razionalizzazione e riorganizzazione della spesa, di risparmi da destinare al pagamento di quanto dovuto a enti, società, persone fisiche, istituzioni e organismi.
Tale passaggio rappresenta il secondo step della procedura avviata dall’art. 5 del dl 35/2013. In precedenza, le PA centrali si erano viste assegnate una quota del fondo da 500 milioni, ripartito con il decreto del Mef n. 40124 del 15 maggio 2013.
Il predetto art. 5 ha previsto, al comma 4, che qualora l’ammontare dei debiti risultasse superiore alle somme assegnate, i ministeri interessati dovranno predisporre, entro il 15 giugno 2013, un apposito piano di rientro eventualmente articolato in più anni, per la quota dei debiti non soddisfatta e al fine di prevenire il formarsi di nuove situazioni debitorie in quelli successivi.
I piani di rientro, precisa ora la circolare n. 27, dovranno essere redatti tenendo conto della quota dei fitti passivi non assegnata attraverso il riparto del fondo, delle eventuali ulteriori situazioni debitorie incluse negli elenchi e non assentite, nonché di eventuali ulteriori situazioni non segnalate.
A partire dal 30 settembre e con cadenza trimestrale, scatterà il monitoraggio dei pagamenti, che dovrà essere completato entro 20 giorni dalla data di conclusione di ciascun periodo.