Il tema pensioni continua a far parlare di sé, raramente con toni positivi. Questa volta a scatenare le ire degli italiani sono le pensioni d’oro. Ira forse è il termine esatto perché se la metà dei pensionati italiani se la deve cavare con un assegno inferiore a 1000 euro al mese, c’è chi quella cifra, sempre al mese, la moltiplica per novanta. Infatti, il trattamento più alto erogato dall’Inps tocca quota 91.337,18 euro. A rendere noto questo dato è il sottosegretario al Lavoro, Carlo dell’Aringa.

 

Scorrendo la classifica previdenziale dei primi dieci con una pensione più alta, si scopre che c’è un salto fra il primo e il secondo posto, il quale si ferma a 66.436,88 euro. Ancora uno scalino per arrivare ai 51.781,93 e ai 50.885,43 euro del terzo e quarto posto. Poi la situazione si stabilizza, con i restanti classificati dal quinto a decimo posto che restano nella fascia dei 40mila euro, esattamente da 47.934,61 a 41.707,54.

 

Si tiene a precisare che si tratta di assegni maturati nella più totale legalità e correttezza, ma certo le cifre fanno impressione, visto che sono molto, molto più alte del reddito medio annuo di una famiglia italiana che sta ben sotto i 30 mila euro. Questo dimostra quanto sia urgente un intervento sulle pensioni d’oro perché il tema coinvolge una questione di equità e di coesione sociale, soprattutto nel contesto della crisi economica.