Nel Consiglio dei Ministri di mercoledì è stato anche approvato il cosiddetto Piano casa, una serie di interventi volti, fondamentalmente, a raggiugere tre obiettivi: sostenere l’affitto a canone concordato, ampliare l’offerta degli alloggi popolari e favorire lo sviluppo dell’edilizia residenziale sociale. Di seguito, analizziamo nel dettaglio le misure contenute nel pacchetto.

 

FONDI PER LE LOCAZIONI – Sono stati incrementati di 100 e 226 milioni di euro il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione (ora, quindi, dispone di 200 milioni) e il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, quelli, cioè, che non riescono più a pagare l’affitto perché hanno perso il lavoro.

 

CEDOLARE SECCA – Si potrà beneficiare di una riduzione dal 15 al 10 per cento della cedolare secca anche nel caso in cui l’abitazione sia data in locazione a cooperative o enti senza scopo di lucro, a patto che siano “sublocate a studenti con rinuncia all’aggiornamento del canone di locazione o assegnazione”.

 

FONDO AFFITTO – Per venire incontro alle famiglie italiane, 2,5 milioni delle quali pagano un canone che grava per più del 40 per cento sul loro reddito, saranno creati appositi strumenti a livello comunale che possano intervenire nei casi di mancati pagamenti o di danni all’alloggio.

 

EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA – Sono stanziati ulteriori 67,9 milioni di euro per recuperare altri 2.300 abitazioni destinate alle famiglie disagiate.

 

VENDITA ALLOGGI EX IACP AGLI INQUILINI – E’ prevista la creazione di un fondo destinato alla concessione di contributi in conto interessi su finanziamenti per l’acquisto degli alloggi ex IACP. Dal 2015 al 2020 disporrà di 18,9 milioni di euro annui.

 

VANTAGGI PER L’EDILIZIA POPOLARE – Nel triennio 2014-2016, gli inquilini degli alloggi sociali potranno godere di speciali detrazioni Irpef: 900 euro, con reddito complessivo fino a 15.493,71 euro; 450 euro, con reddito da 15.493,71 fino a 30.987,41 euro.

 

BONUS MOBILI – La spesa per l’acquisto di mobili a seguito di interventi di ristrutturazione, “su cui sono previste detrazioni Irpef potrà essere superiore a quella per la ristrutturazione stessa. Il tetto massimo per la spesa complessiva resta a 10mila euro”.