Nell’Europa i lavoratori precari, a tempo determinato, o che dir si voglia, sono passati da 63 a 124 milioni! Questo nell’arco di soli 7 anni, dal 2003 al 2010, cifre sicuramente impressionanti, e non va meglio la disoccupazione che nello stesso periodo è salita a 16,5 milioni di persone.

Le statistiche europee tengono conto di tre tipologie di precari: a tempo determinato, part time e lavoro parasubordinato e l’Italia si rispecchia perfettamente nella media europea. Se però aggiungessimo a queste tre forme di precariato anche i co.co.pro e le altre forme di lavoro a tempo determinato, in Italia passeremo dal 12,8 al 17,2% dei lavoratori.

 

I giovani  italiani sono penalizzati nel trovare un posto fisso in breve tempo al termine degli studi. In media ci vogliono 4 anni, contro i 3 scarsi della Germania, va peggio solamente ai portoghesi e agli spagnoli, inoltre il 70% delle nuove assunzioni sono a scadenza.

 

I precari in Italia per fasce d’età:

 

30.3%     25-34 anni   –  1.193.721

27.2%     35-44 anni  –   1.070.334

24.9%     > 44 anni     –   982.964

17.6%     15-24 anni   –   694.401

Fonte: Elaborazione Ufficio studi Cgia su dati Istat


Sommando i lavoratori tra i 15 e i 34 anni in Italia si evince che ben il 47.9%, praticamente un giovane su due, è un lavoratore precario.

Siamo sicuri che molti di loro preferirebbero la “monotonia” di un posto fisso, ad un futuro incerto e senza nessun tipo di garanzia.