Prima il Covid, ora il caro bollette, il forte rincaro generale dei prezzi e dei carburanti stanno mettendo a dura prova la tenuta economica delle famiglie in particolar modo di quelle che si trovano nella condizione di povertà energetica. Secondo l’elaborazione dell’Ufficio studi della CGIA sui dati del Rapporto OIPE 2020, si stima che in Veneto la frequenza di povertà energetica oscilla tra il 6 e il 10 per cento. In provincia di Venezia, pertanto, rientrano in questa fascia di vulnerabilità un numero minimo di 22.600 fino a un massimo di 37.700 circa. Famiglie che si trovano nell’impossibilità di procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici: ovvero il riscaldamento, il raffrescamento, l’illuminazione, l’utilizzo di elettrodomestici, etc. Dichiara il Presidente della CGIA Roberto Bottan:

“Vista la scarsa disponibilità economica, spesso questi nuclei sono costretti a scegliere: o si mette assieme il pranzo con la cena o si pagano le bollette. In linea generale, i nuclei più a rischio sono quelli con un elevato numero di componenti, vivono in affitto o in abitazioni di proprietà non più recenti, il capofamiglia è giovane, spesso indigente o immigrato”.

Ovviamente, per migliorare la condizione di queste realtà famigliari bisogna combattere efficacemente la povertà, l’abbandono scolastico  e l’esclusione sociale.  Non solo, ma intervenendo anche in soccorso di coloro che si trovano senza lavoro, creando le occasioni per incrementare, in particolar modo,  la buona occupazione. Altresì, come hanno già fatto altri Paesi europei, non è più rinviabile, almeno temporaneamente, l’introduzione di un tetto all’aumento dei rincari. 

Se le entrate delle famiglie vengono erose dall’aumento dei prezzi e dai spaventosi rincari delle bollette energetiche, i consumi subiranno una drastica riduzione, colpendo in particolar modo gli artigiani e i piccoli commercianti che vivono quasi esclusivamente di domanda interna…

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