Introduzione da subito dei costi standard nella sanità. Nella conferenza straordinaria dello scorso 6 novembre, i governatori hanno messo ufficialmente nel mirino il Patto per la salute, che si annuncia come la vera manovra per il Ssn, uscito indenne dai tagli della legge di Stabilità.
Durante questo incontro, un focus particolare è stato richiamato dalla partita dei costi standard, con un percorso ancora tutto da compiere e che prevede l’introduzione da subito dei costi standard nella sanità, in modo sperimentale in alcune regioni già per gli ultimi mesi del 2013 e in via definitiva in tutte dal 2014.
Ma capiamoci meglio sul concetto di costo standard. Con l’espressione costi standard ci si riferisce a quanto le Regioni sborsano per erogare servizi sanitari (ospedalieri, territoriali, di prevenzione) ai loro cittadini e qual è la qualità dell’assistenza. Si è deciso di prendere alcune realtà locali, quelle con i bilanci più sani, come punto di riferimento in fatto di spesa ad un unico scopo: suddividere il fondo sanitario nazionale tra le varie Regioni.
Allora le siringhe costeranno la stessa cifra in tutte le Asl? No, quelle sono le spese standard e hanno a che fare con le centrali uniche di acquisto di beni e servizi. Sarebbe giusto renderle omogenee su tutto il territorio ma qui il tema è diverso.
Quello che si intende realizzare è un sistema per calcolare quando debbano ricevere ogni anno la Calabria, la Lombardia, l’Emilia e così via. Un tempo ci si basava solo sul numero di abitanti e sulla loro età, adesso anche sul modo in cui lavorano i sistemi sanitari. Quindi, per ora, niente prezzi uguali in Piemonte e in Sicilia per la stessa siringa.