Nel 2011, lo sblocco delle addizionali comunali Irpef costerà 351 milioni di euro ai contribuenti residenti in quei Comuni che potranno applicare l’aumento dell’aliquota fino ad un massimo dello 0,2%. Quasi il 44% dei Sindaci italiani sarà nella condizione di applicare questa misura.
L’incremento medio nazionale annuo delle tasse a carico dei contribuenti destinatari dello sblocco sarà pari a 40 euro, con una punta massima di 49 € in Lombardia. In termini dimensionali, come era prevedibile, saranno i Comuni con oltre 250.000 abitanti ad incassare di più: in queste realtà l’aumento medio per contribuente sarà di 55 €.
Sono questi i punti salienti emersi dall’analisi condotta dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre che ha stimato gli effetti dello sblocco delle aliquote dell’addizionale comunale Irpef per il 2011.
“Visto che gli 8 decreti delegati dovranno ottenere il via libera entro il prossimo 21 maggio – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA– c’è il pericolo che venga approvata una riforma sconclusionata che partorisca, almeno nella prima fase di applicazione, la possibilità di dare ai Sindaci la piena autonomia di agire sulla leva fiscale. Se avverrà così, il risultato che si presenterà sarà facilmente prevedibile. Almeno in una prima fase, i cittadini rischieranno di vedersi aumentare il carico fiscale, con buona pace di chi ha sempre sostenuto che il federalismo fiscale lo avrebbe ridotto. Un’ipotesi, viste le difficoltà di bilancio di moltissimi Comuni, che non è per niente da escludere: anzi, per altri versi è quasi certa. Tuttavia, è un rischio che dobbiamo correre. Infatti, solo il federalismo fiscale può consentire, nel medio periodo, una decisa contrazione della spesa pubblica con la conseguente riduzione delle imposte”.