Per la prima volta in Italia, parte la sperimentazione del reddito minimo. Il via libera arriva con il maxiemendamento alla legge di Stabilità che prevede la sua istituzione inizialmente in alcune grandi aree metropolitane.
Ammonterebbe a 120 milioni in tre anni lo stanziamento, quindi 40 milioni all’anno, che verrà dal contributo di solidarietà delle pensioni d’oro. Il contributo, progressivo, è pari al 6 per cento sopra i 90 mila euro, al 12 per cento sopra i 128 mila e al 18 per cento sopra i 193 mila.
Ma cos’è il reddito minimo garantito? E’ una forma di sostegno al reddito, presente in tutti i Paesi europei tranne che in Italia e in Grecia, destinata a tutti i residenti in età lavorativa che si trovano sotto la soglia di povertà. In Italia, la forma sperimentale si chiamerà Sia, Sostegno per l’inclusione attiva.
Alla base del Sia c’è l’idea di integrare il reddito delle famiglie che vivono sotto la soglia di povertà assoluta, in cambio di un patto di inserimento con i beneficiari. Il suo costo a pieno regime si aggirerebbe, secondo le stime, intorno ai sette miliardi di euro. Tale cifra, sostengono i relatori, permetterebbe a tutte le famiglie di uscire dalla soglia di povertà assoluta.