Dall’inizio dell’anno ad oggi, l’aumento del prezzo del gasolio ha  incrementato i costi complessivi del settore dell’autotrasporto, su base annua, di oltre 1,5 mld di euro. I conti li ha fatti la CGIA di Mestre. Come si è raggiunto questo importo?  Stimando un consumo medio annuo di carburante dell’intero settore pari attorno ai 10,5 mld di litri, con gli aumenti avvenuti alla pompa dall’inizio dell’anno ad oggi (*), le oltre 113 mila aziende del settore dell’autotrasporto si trovano a pagare 2,19 mld di euro in più. Se a questo importo si stornano l’Iva (che per gli autotrasportatori è deducibile nella quasi totalità dei casi) e le accise (essendo queste ultime deducibili, le imprese potranno beneficiare di un risparmio fiscale pari a 154,9 mln di euro ) i costi aggiuntivi netti, registrati dall’inizio dell’anno ad oggi, sono pari a  1,56 mld di euro.

“Una vera stangata che rischia di mettere in ginocchio moltissime aziende del settore ormai a corto di liquidità”  commenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre. Ma a preoccupare gli artigiani mestrini c’è dell’altro. “ Visto che in Italia il 70% circa delle merci viaggia su gomma – conclude Bortolussi – è probabile un forte rincaro dei prezzi al consumo. In particolar modo dei prodotti alimentari freschi e degli ortofrutticoli.”

Ma gli aumenti dei costi di gestione del settore non finiscono qui. “Un’altra voce che in questi ultimi anni ha subito forti aumenti è stato il premio assicurativo. Nell’ultimo anno e mezzo – conclude Bortolussi – è cresciuto di oltre il 10%, nonostante il tasso di incidentalità del settore dell’autotrasporto non superi il 7% del totale degli incidenti stradali che accadono in Italia ogni anno. Se a questa situazione si aggiunge il ritardo con cui vengono pagati i trasportatori italiani, con tempi medi che oscillano tra i 180 e i 240 giorni, lo scenario si commenta da sé.”

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