Lo Stato, nel 2013, ha incassato 423 miliardi e 385 milioni di euro. Rispetto all’anno precedente, si è registrata una flessione dello 0,2%, pari a 903 milioni di euro. Di conseguenza – commenta il ministero dell’Economia – il risultato può dirsi in linea con quello del 2012. L’introito, per lo più, dipende alle entrate dirette, che sono ammontate a 232 miliardi e 308 milioni di euro (ovvero, +1,4% rispetto all’anno precedente, pari a +3.299 milioni di euro). Le imposte indirette, invece, sono state pari a 191 miliardi e 77 milioni (-2,2%, cioè 4.202 milioni di euro).

 

Vediamo, quindi, nel dettaglio, le dinamiche delle singole macrovoci tributarie. Per quanto riguarda l’Irpef, si osserva una flessione, rispetto al 2012, di 7 miliardi e 711 milioni, pari all’1,1 per cento in meno; la contrazione deriva, fondamentalmente, dalla variazione negativa delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente del settore privato (pari a 455 milioni in meno, ovvero il -0,7%) e dalle ritenute sui redditi dei lavoratori autonomi (-686 milioni, pari a -5,3%); entrambe i fattori dipendono, a loro volta, dalla congiuntura economica negativa. Salgono, invece, di 1 miliardo e 676 milioni di euro (ovvero del 2,7 per cento) le ritenute sui dipendenti pubblici.

 

Si osserva, invece, un incremento del 9,3 per cento (3 miliardi e 414 milioni) del gettito Ires; questo è dipeso dell’aumento dell’aliquota del secondo acconto, che è passata dal 100 al 102,5% per cento.

 

L’Iva, poi, si è attestata su 112 miliardi e 134 milioni, registrando un calo di 3 miliardi e 100 milioni derivante dalla sostanziale tenuta della componente del gettito sugli scambi interni nonché dell’attenuazione del calo della componente sulle importazioni da Paesi extra Ue.

 

L’imposta di bollo è aumentata addirittura del 24,7 per cento, cioè di un miliardo e 525 milioni di euro, mentre le entrate derivanti dai giochi sono calate di 26 milioni di euro.