oltre 30 mila impianti del Comune di Venezia non risultano presenti sul Catasto Regionale Circe

“Molti cittadini non sono a conoscenza che il Comune di Venezia ha riattivato il Servizio di Verifica degli Impianti Termici sul proprio territorio”.

A ricordarlo è Giovanni Gomiero, funzionario della Categoria Installatori della CGIA di Mestre, che ricorda:

“ Il servizio, ripartito in via sperimentale, è stato affidato a  Veritas con un primo finanziamento di circa 37mila euro che permetterà la verifica di circa 200 impianti del territorio comunale di Venezia”.

Con l’approssimarsi a breve della stagione di apertura degli impianti di riscaldamento, Veritas, su incarico del Comune di Venezia,  intensificherà i controlli sulle caldaie, con priorità ai casi di segnalazione fatti per gli impianti più vetusti e malandati.

Proprio per informare, in primis le aziende artigiane che andranno ad operare sugli impianti termici, si è tenuto ieri sera (giovedì 26 settembre) in sede CGIA un incontro istituzionale tra oltre 50 installatori ed il nuovo responsabile dell’unità impianti tecnologici del Gruppo Veritas, Ing. Michele Chieregato.

L’ing. Chieregato ha illustrato alle imprese come si svolgeranno le nuove modalità di controllo, sottolineando che la priorità andrà agli impianti segnalati per un cattivo funzionamento, senza alcun costo per l’utente che subirà il controllo.

Nel corso della serata sono emersi inoltre alcuni dati che danno un quadro preciso della situazione impiantistica veneziana: gli impianti di riscaldamento sono circa 110mila, di questi, nel nuovo catasto regionale degli impianti ( il famoso Circe), ne sono stati inseriti 75mila; ciò significa che oltre 30mila impianti non sono censiti.

“ Il dato –  conclude Gomiero – è allarmante, ricordiamo che la registrazione nel catasto regionale è un obbligo che è iniziato dal 2014, è grave che a 5 anni di distanza vi sia un numero così elevato di impianti “fantasma”. I controlli sugli impianti ed il buon funzionamento degli stessi, oltre ad impattare positivamente sulla qualità dell’aria, diminuisce fortemente i rischi di intossicamento da malfunzionamento delle caldaie, che spesso risultano mortali”.

Gli artigiani mestrini segnalano che se la manutenzione non viene eseguita il proprietario dell’impianto rischia una sanzione fino a 3.000 euro.

La Cgia, infine, esorta a rivolgersi solo a manutentori o installatori in possesso dei necessari requisiti di legge (lettere c, d ed e del decreto 37/08, ex 46/90), ovvero le uniche figure professionali che sono abilitate ad operare su impianti di riscaldamento e di climatizzazione, su impianti idrosanitari e che possano realizzare, manutenere e controllare tali impianti.

 

Mestre 27 settembre 2019