Palazzo Chigi ha deciso di stralciare la voluntary disclosure dal decreto che l’aveva introdotta e di inserirla in un disegno di legge apposito. Resta in vita la parte del provvedimento relativa alle zone alluvionate. Il nuovo disegno di legge sul rientro dei capitali detenuti illegalmente all’estero riproporrà, sostanzialmente, la normativa precedente: saranno, quindi, ridotte le sanzioni per quanti decideranno di aderire volontariamente alla procedura (ma costoro dovranno pagare interamente le tasse; il governo precedente ha più volte sottolineato che non si tratta di una sanatoria).
Benché il nucleo essenziale della legge non dovrebbe subire significative modifiche, saranno in ogni caso apportati dei correttivi. La decisione di inserire la norma in un ddl nasce, infatti, dalle perplessità espresse da alcuni parlamentari nel corso dei lavori in commissione Finanze, alla Camera. Secondo alcuni, per esempio, il provvedimento originale comportava oneri eccessivi. In tal senso, è stato proposto di introdurre un’aliquota forfettaria che vari dal 18 al 25 per cento. Commercialisti e avvocati tributaristi, inoltre, hanno fatto notare che, dando assistenza a chi detiene capitali illegali all’estero, sarebbero potuti incorrere in sanzioni penali.